Testo e foto di Gualtiero Spotti
La scorsa settimana, il 28 e 29 maggio, si è svolta presso l’Olympia Conference Center di Kensington l’edizione di Gastromasa a Londra, la prima fuori dalla Turchia dopo il tentativo non riuscito di esportare due anni fa il congresso in Ucraina, a Kiev, e fallito a causa della guerra con la Russia. Fermo restando che l’edizione classica a Istanbul, la nona quest’anno, si svolgerà come sempre sulle rive del Bosforo il 13 e il 14 novembre, il brand creato dall’intraprendente Gokmen Sozen ha iniziato a muovere verso altri mercati alla ricerca di nuove esperienze. La formula rimane più o meno intatta, con l’idea di riunire sul palco alcune delle menti più fertili della cucina internazionale e mettere a sedere (a un tavolo di un ristorante e nel centro congressi) un manipolo di addetti ai lavori giunti da mezzo mondo con un tema centrale da sviluppare nei diversi speech.
A Londra, lo spunto da seguire era la parola Inspiration, che a dire il vero ha permesso ai presenti di muoversi piuttosto liberamente senza eccessivi vincoli e ha creato un pot-pourri verbale decisamente eterogeneo. Dal primo intervento di apertura affidato al nome più altisonante, quello di Ferran Adrià che ha parlato di quali sono i criteri per misurare la creatività di un ristorante, fino a Begoña Rodrigo del ristorante La Salita di Valencia che ha parlato dell’importanza della charcuterie vegetale. Le soddisfazioni sono arrivate anche dal Bel Paese, con la presenza di Andrea Berton (neo ambasciatore di Illy) che ha intrattenuto i presenti proponendo due ricette (un piccione e una capasanta) con il fondo dl caffè come protagonista; con Franco Pepe sempre più impegnato a portare il nome della pizza in giro per il mondo e a raccontare la sua realtà molto famigliare a Caiazzo; e, infine, con la coppia formata da Agostino Perrone e Giorgio Bargiani, i mitici bartender del Connaught a Londra, che incalzati sul palco da Chiara Buzzi hanno raccontato i contenuti del libro The Connaught Bar, da poco pubblicato per Phaidon. Trecento pagine di grande eleganza, come vuole lo stile della casa, tra un classico Martini e cocktail moderni già entrati nella leggenda. Vedi il Bloody Mary con aria di sedano servito nei giorni scorsi proprio a Ferran Adrià, e scherzando insieme allo chef sul fatto che si trattasse di una tecnica innovativa…
Gastromasa London – in una versione giocoforza meno grandiosa alla sua prima edizione – ha comunque offerto motivi di scambi culturali e stimolanti incontri in una città in cui il fine dining di cucine internazionale viene sempre premiato e può conta sulla mappa numerosi indirizzi. È il caso di Benaras, il ristorante indiano a Mayfair del cuoco Sameer Taneja, che partendo dallo street food porta in tavola deliziosi piatti da condivisione: dal ras malai al tawa masala halibut, dalle marinature tikka in yogurt e spezie alle polpette veg di cavolo nero. Non meno intrigante infine l’esperienza da Sabor, enclave iberica dell’esuberante cuoca Nieves Barragan in Heddon Street: un ristorante con quattro aree distinte, tra cui un asador e un counter, per divertirsi tra un succulento maialino da latte alla maniera di Segovia, crocchette, tortillas, arroz negro e presa iberica.