Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Krug
Il procedimento di selezione degli elementi che compongono Krug Grande Cuvée dura vari mesi” racconta Julie Cavil, Chef de Cave della maison di Champagne. “A dicembre assaggiamo i vini giovani, senza decidere nulla: semplicemente, ne discutiamo tratti piacevoli e spiacevoli e prendiamo nota. A gennaio passiamo a una biblioteca di 150 vini di riserva, più maturi dei primi, e li scegliamo come completamento o bilanciamento dei caratteri individuali degli altri vitigni. A metà marzo riassaggiamo e arriviamo a 400 campioni tra cui scegliere. Lo scopo è conferire alla Grande Cuvée la sua esclusiva pienezza di sapori e aromi, altrimenti impossibile da esprimere con vini di un’unica annata. È come un’orchestra al completo, che valorizza le caratteristiche dei musicisti affinché conseguano la perfetta armonia”.
Questa vicinanza tra l’assemblaggio dello champagne e l’esecuzione musicale è uno dei motivi per cui Krug ha deciso di presentare la sua 170ma edizione della Grande Cuvée offrendo un’esperienza multisensoriale in cui la musica e il gusto sono mirabilmente intrecciati. Krug Studio, allestito fino al 14 giugno presso l’Hotel Four Seasons di Milano (dopo di che sarà trasferito a Los Angeles, Tokyo, Berlino e forse Londra), racconta proprio il percorso selettivo che porta, anno dopo anno a realizzare il sogno che monsieur Krug ha esaudito a partire dal 1843: garantire il godimento di un vino sublime senza dover aspettare le annate “giuste”. Per 15 minuti solo 4 spettatori per volta possono godere di un’installazione immersiva in cui la musica, appositamente composta dal compositore e fan del marchio Ozark Henry – tra percussioni, strumenti a corda e voci – sottolinea le affinità tra champagne e la musica, suggerite da un lessico comune, che evoca parimente note profonde o vibranti, armonie e accordi.
In questo senso la 170ma edizione è estremamente rappresentativa perché frutto di una cernita oculata di uve che, secondo il progetto originario, avrebbe dovuto utilizzare come sua risorsa primaria la vendemmia del 2014. “Quell’anno è iniziato molto bene con una ottimale alternanza di periodi caldi e asciutti e di fasi umide e fresche – prosegue Cavil – a un certo punto ho visto che i chicchi erano succosi e perfetti. Due giorni dopo sono tornata in vigna e ho sentito odore di aceto. Era un attacco fulminante di drosofila che ha rovinato molte viti: abbiamo perso appezzamenti per i vini rossi e parte del fianco sud della montagna da cui deriva la parte “strutturale” del nostro melange. Per fortuna il raccolto è stato abbondante ed è bastata una cernita accurata per supplire in parte alle perdite. Il resto è stato integrato selezionando 195 vini provenienti da 12 vendemmie diverse dal 2014 a ritroso fino al 1998. L’uso di un elemento “vecchio” di ben 24 anni evidenzia come la prima regola che si impara da Krug è la pazienza” scherza Julie.
La Grande Cuvée si connota, prosegue la Chef de Cave, innanzitutto per “un’aroma che incuriosisce e induce a trattenere il naso più a lungo nel bicchiere. Poi, piano piano il liquido si apre per raccogliere tutti i gusti della prima colazione francese: il pane tostato, il caffè, il burro. A questa pluralità di sapori, che contempera i contrasti delle varie individualità delle sue componenti, permane sul palato fino all’ultimo, per finire su una nota che è sempre un crescendo – prosegue Julie – mai un diminuendo”.
Quanto agli abbinamenti, Cavil ci stupisce suggerendo il “pompelmo gratinato”. “Amo molto le note agrumate e lo zenzero, ma questo Champagne si sposa magnificamente anche con le spezie perché la sua freschezza raffredda il loro calore. Più difficile invece l’accostamento con l’eccesso di freddo (che fa emergere note un po’ metalliche nel vino) e con i carichi zuccherini di dessert troppo dolci. Invece con i formaggi stagionati il vecchio Krug funziona come il cognac”.
Limitare la già ampia versatilità dei prodotti Krug potrebbe essere una implicita sottovalutazione. “Due giorni prima della presentazione di Krug Rosé, tempo fa, in un ristorante 3 stelle francese mi hanno mandato il menu: era tutto a base di pomodoro, compresa l’acqua di pomodoro, che secondo me non c’entrava nulla – ricorda Cavil – poi ci siamo buttati e da allora in quel ristorante il connubio di Champagne Rosé con pomodoro è sempre rimasto in carta”.
I Krug lovers potranno prenotare l’esperienza Krug fino al 14 giugno a questo link: https://www.tickettailor.com/events/krugstudioitalia/693532
Krug: www.krug.com/it