Testo di Lodovica Bo
Foto cortesia di Fondazione Cotarella
Golosi di Identità è la nuova area di Identità Golose promossa da Fondazione Cotarella. Il 29 gennaio durante il Congresso tratterà temi quali il territorio, la scienza, la formazione e la salute.
Ho riflettuto spesso sul rapporto cibo-corpo-testa, considerandoli spesso come entità a sé stanti, parti di un medesimo conglomerato, ma mai effettivamente uniti in un flusso continuo, seppure con necessità comuni, ma in apparenza diverse. Eppure, sono cresciuta nel cibo, innamorata di quanto vi sta dietro; studiato l’ambito e ci lavoro, per cui una fiamma c’è sempre stata e sempre ci sarà. Questo fino a poco tempo fa, quando ho avuto esperienza e impressione di un mutamento, di percezioni diverse da prima, come una sensazione che stava iniziando a unificare cibo, corpo e testa. Il mio lavoro mi costringe a mangiare fuori spesso, a volte anche tutti i giorni, in alcuni periodi, mentalmente e fisicamente, è diventato insostenibile o addirittura privo significato. Ho realizzato che un insieme di fattori esterni hanno col tempo svuotato di significato l’andare a provare un ristorante nuovo o il fare nuove esperienze gastronomiche. Quelle stesse esperienze che agli occhi esterni sono meravigliose e uniche, ma che nella mia testa erano diventate un unico pensiero di quanto cibo avrei ingerito quel giorno e di quanto in realtà avrei voluto solo starmene a casa con una minestrina. A volte arrivata agli eventi mi sono ricreduta sulla sensazione provata fino a poco prima e sono stata guidata da emozioni uniche che hanno reso viva e speciale quell’esperienza. Altre, invece, hanno solo confermato e appesantito la sensazione con cui partivo. Insomma, tutto questo e molto altro mi hanno fatto rendere attivamente conto di quanto dietro il cibo ci siano una testa e un corpo uniti e parlanti.
La tematica mi ha fatto molto pensare lo scorso martedì 10 gennaio alla presentazione di un bellissimo progetto “Golosi di Identità, la rivoluzione dell’equilibrio come stile di vita”. Un nuovo appuntamento ideato da Fondazione Cotarella dove si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari. L’appuntamento vedrà Fondazione Cotarella tra i protagonisti del Congresso di Identità Golose 2023 dal 28 al 30 gennaio, nello specifico nella giornata di domenica 29 con diversi interventi in merito.
La conferenza è stata un viaggio a più voci, un percorso che ha offerto molti spunti su cui riflettere, in cui le parole di Dominga Cotarella, creatrice del progetto, rimangono impresse: “È stato un anno di momenti belli e intensi ma anche di paura. Parlare di vino e formazione richiama una responsabilità imprenditoriale, ma affrontare il tema dei disturbi alimentari significa entrare in un mondo complesso, che richiede uno sforzo ulteriore di umiltà, di pazienza, di delicatezza, di fare squadra, di abbracciare, di sentirsi famiglia. Il concetto della famiglia per me e le mie sorelle è importante. Come spesso raccontiamo, tutto nasce dall’esigenza e dalla volontà di voler reinterpretare ciò che abbiamo avuto la fortuna di ereditare e trasformarla in qualcosa di diverso. Il vino e le vigne sono l’humus della nostra vita ma non sono il fine ultimo, bensì lo strumento per fare altro. Credo che il mondo dell’enogastronomia debba fare qualcosa di più per aiutare gli altri, così come sta cercando di fare Fondazione Cotarella. La nostra non è una struttura sanitaria: abbiamo iniziato a collaborare con centri di ricerca e di cura fra i più importanti in Italia, come il San Raffaele, e questo ci rassicura e ci dà credibilità. La Fondazione lavorerà affinché i giovani che trascorreranno un periodo presso le residenze, nella Fattoria, a contatto con le vigne, nelle meravigliose colline dell’Umbria, possano trovare il loro equilibrio. Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti possano diventare un giorno chef, maître, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo. Oggi è il tempo del fare, fare insieme, fare veloci per aiutare chi è “goloso di identità”; e a quel punto la rivoluzione sarà servita”.
Su queste parole si unisce anche il direttore della Fondazione Cotarella, Ruggero Parrotto, che riporta: “Le identità sono fragilità e unicità che vanno riconosciute, difese, protette” sottolineando e portando in prima linea negli ospedali l’importanza della differenza tra curare e prendersi cura, portando quindi in luce il compito dei medici di oggi che oltre a svolgere il loro mestiere, devono mostrare empatia e accoglienza verso il paziente. Oggi doti fondamentali per curare.
Infatti, uno degli appuntamenti più importanti del Congresso è intitolato “La Scienza a Tavola” (evento che si terrà il 29 gennaio presso l’Arena). “Come Fondazione, vogliamo lavorare affinché una maggiore armonia fra la scuola, le famiglie, la sanità, crei le condizioni per fare in modo che i divieti o gli obblighi di mangiare, diventino una scelta, e favorisca nei giovani la riscoperta della propria vocazione e della propria identità”, riporta il direttore.
Un altro interessante progetto, che si lega a questo concetto, è quello riportato da Umberto Capitanio, Specialista urologo presso l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. Su questa scia, infatti, il San Raffaele sta facendo una ricerca sui danni e sui benefici di alcuni alimenti (tra cui il vino) poiché l’alimentazione è una parte importante della nostra vita e si sono posti il problema di come renderla meno restrittiva per i pazienti. Da qui è nato uno studio sui benefici dell’inserimento di una quantità controllata di vino nel periodo post-operatorio nei pazienti ricoverati, per non farli sentire troppo malati e proporre una cura che va oltre i medicinali, con cibo e vino in dosi studiate scientificamente.
Testimonial (come Martina Domenicali) e giornalisti si sono messi a confronto rispetto al tema dei disturbi alimentari portandoli alla luce del sole, senza tabù o paroloni, ma sottolineando quanto siano vicino a noi, se non a volte in noi, e mostrando la bellezza delle connessioni e dei progetti che possono nascere dall’unione di più discipline. Perché alla fine il cibo in questo caso non è che il sintomo, lo strumento con cui si cerca di controllare o sopprimere un disagio più grande, un buco da colmare, una nuova forma depressiva da curare. Una di queste testimonianze è proprio quella del giornalista Paolo Vizzari, che riporta di essere stato un bambino obeso che soffriva di bulimia, per accettare sé stesso ed essere accettato. Sarà proprio lui a tenere e moderare l’incontro “Alimentarsi di vita. La forza della fragilità”, sempre il 29 gennaio presso l’Arena di Identità Golose: “Ci nutriamo di cibo, ma anche di affetti, di conoscenza, di esperienze, di ascolto. Cibo e relazioni: una connessione importante, spesso decisiva per la vita di ciascuno di noi. Nel confronto con le famiglie, con gli operatori della scuola, con i medici e con i ragazzi che hanno vissuto con i disturbi del comportamento alimentare emerge l’importanza di dare attenzione a ciò che non si vede, a ciò che è nascosto. La paura di non essere accettati, di non sentirsi all’altezza, l’ossessione di doversi riconoscere in un modello che diventa stereotipo, la presa di coscienza di sentirsi fallibili, non performanti. Allo stesso tempo, dalle storie di chi è stato male ed è riuscito rimettersi in cammino, dalle testimonianze dei genitori e dei professionisti che li hanno affiancati emerge la percezione che convivere con la nostra fragilità ci aiuta a dare un senso alla nostra intuizione, alla nostra vocazione, alla nostra unicità. Una strada impegnativa, che rende tutti più consapevoli, a volte molto stanchi. Ma, finalmente, golosi di identità”.
Tra le altre attività già in atto della Fondazione Cotarella ci sono i Laboratori di cucina, nati in collaborazione con l’associazione Animenta, per approcciare la gastronomia in modo utile. I primi laboratori con alcuni chef per recuperare il senso di meraviglia attorno al cibo. In questo modo diventa un gioco di anime tra chef e la persona malata, uno scambio di emozioni. Emozioni confermate dal racconto di Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del ristorante stellato “Aimo e Nadia”, dove a settembre 2022 c’è stato uno dei laboratori: “abbiamo pensato di far mettere loro le mani in pasta facendo la salsa di pomodoro, perché il modo migliore per coinvolgere le persone e farle innamorare di quello che stanno facendo. Può sembrare banale come scelta ma tutto il rito della raccolta, della bollitura, del tempo che scorre e della salsa che cuoce ha qualcosa di magico. Questo progetto è stato un’emozione straordinaria, in grado di creare una consapevolezza nuova su cui lavorare in futuro, per esempio con lezioni sull’alimentazione nelle scuole per restaurare un rapporto con il cibo sano”.
I dati parlano chiaro: oggi ci sono oltre 3.000.000 di persone che soffrono di disturbi alimentari. Considerando che durante la pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata con un 30% in più di nuovi casi e si è abbassata l’età alla fascia preadolescenziale (8-12 anni), manifestandosi anche con esordi tardivi di chi non è più giovanissimo e ha alzato la percentuale di soggetti maschili (+20%), forse è davvero il momento che anche il mondo del cibo si elevi e si interessi di questi problemi.
In questo la prima a occuparsene è proprio la Fondazione Cotarella che tratta i disturbi del comportamento alimentare e allo stesso tempo dà voce ai territori, in primis l’Umbria, dove ha sede la Fondazione, “una Regione che porteremo al congresso raccontandone la bellezza e l’economia, per una crescita progressiva e innovativa viste da un altro punto di vista. Golosi di Identità sarà una tre giorni in cui si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari.
Altri appuntamenti del 29 gennaio in Arena a Identità Golose:
Prima Sessione: Le Identità dei Territori. Il sogno nasce dalla terra
Seconda Sessione: La Scienza a tavola
Terza sessione: San Pellegrino – Forum Young Chef
Quarta Sessione: La magia dell’ospitalità
Quinta Sessione: Alimentarsi di vita. La forza della fragilità
Tutte le info: https://www.identitagolose.it/sito/it/147/identita-milano.html