Testo di Letizia Gualinetti
Come possono essere combinate in modo virtuoso il sistema agroalimentare e il mondo digitale? Quali sono le condizioni necessarie affinché le due collaborino e siano l’una al servizio dell’altra per un mutuo arricchimento?
FoodSystem 5.0, libro a opera di Alex Giordano e sotto la cura editoriale di Edizioni Ambiente, individua la possibile combinazione tra tecnologia e sistema agroalimentare grazie a un equilibrio che si basa su valori condivisi e che genera un arricchimento reciproco. Un approfondimento di 263 pagine per immergersi in quello che può essere, o in alcuni casi già è, il futuro del sistema agroalimentare. L’autore, Alex Giordano, pioniere italiano dell’AgriTech, è il fondatore di Ninjamarketing – risorsa online per comprendere i cambiamenti in atto nel campo del marketing, della comunicazione e dell’innovazione tecnologica e sociale – e di Rural Hack, primo incubatore di innovazione dedicato all’agricoltura nelle aree rurali e interne. Con esperienza in entrambi i settori cardine del libro, unisce le due aree di studio per indagare come la tecnologia può essere applicata al sistema agroalimentare per ottenere risultati significativi e impattanti. A sostegno della sua tesi propone studi scientifici e accademici, ma anche esempi concreti di chi ha già abbracciato una visione futuristica e ne ha tratto vantaggio.
L’introduzione è affidata a Maurizio Martina (Vicedirettore FAO), Luca de Biase (scrittore e giornalista Sole 24 Ore) e Alfonso Iaccarino (Chef Don Alfonso 1890). Nella prima parte del libro, Alex Giordano dimostra la progressiva diffusione del digitale lungo la filiera – produzione, trasformazione, imballaggio, trasporto, distribuzione, consumo – focalizzandosi sul modo in cui le tecnologie 4.0 si posizionano nell’ecosistema dell’agricoltura. Sia quelle esistenti, come per esempio applicazioni web, Internet e broadcasting, che quelle emergenti, tipo blockchain, big data, Internet of Things e cloud.
I vantaggi possono essere numerosi: ottimizzazione delle risorse, riduzione degli sprechi, velocizzazione dei processi produttivi, aumento di sicurezza alimentare, miglioramento della tracciabilità, del tagging e dell’etichettatura degli alimenti. Tra gli esempi citati c’è quello dell’azienda agricola Battioli che, grazie all’introduzione di un’agricoltura di precisione (mietitrebbie a guida autonoma, sensori, mappe di fertilità del terreno, spandiconcime a portata variabile) ha migliorato le prestazioni del lavoro nei campi e ha ridotto gli sprechi e le inefficienze. Anche l’azienda Porto Felloni – che coltiva mais da granella, piselli, fagiolini, frumento, pomodori e noci – riesce ad aumentare l’efficienza della produzione tramite l’uso di tecnologie che permettono una distribuzione degli input (concimi, sementi, prodotti fitosanitari) a dosaggio variabile. E tra i tanti, spicca anche il modello della Dispensa di San Salvatore, la prima azienda italiana a utilizzare la blockchain per certificare la filiera chiusa dei suoi yogurt e cremosi al latte di bufala.
Il sistema alimentare è solo lo specchio di un modello economico e sociale che sta mostrando la sua inefficacia da più parti (Petrini)
Dato che tutto è interconnesso e fa parte di uno stesso universo, il sistema agroalimentare simultaneamente è influenzato e influenza altre dimensioni: l’ambiente, il clima e l’ecosistema socio-ambientale. Quindi un difetto nel suo funzionamento intacca l’incolumità di altre sfere e genera problemi, tra cui la perdita della biodiversità, l’aumento delle emissioni di gas serra, ma anche l’obesità o la povertà alimentare. Quindi la seconda parte del libro è dedicata alle modalità attraverso cui colmare le lacune del sistema dell’agrifood, il pilastro della nostra stessa esistenza sulla Terra, prendendo ispirazione dai valori e dai meccanismi di funzionamento di tre dispositivi: la dieta mediterranea, le tecnologie e le comunità.
Dieta mediterranea
Questa è considerata nel senso più ampio del termine, perciò non soltanto come insieme di abitudini alimentari tipiche della zona mediterranea, ma come espressione identitaria per affrontare i processi di innovazione e di trasformazione dei territori e come modello sistemico in cui si crea il collegamento tra uomo e ambiente. La dieta mediterranea è quindi la base su cui si fonda il punto di vista d’insieme proposto da Alex Giordano. Adottando come modello ideale quello del sud Italia rurale, stabilisce i capisaldi alla base di un FoodSystem 5.0: la natura ancora di piccola scala di gran parte del tessuto industriale e agricolo, la persistenza di tradizioni premoderne e il ricco tessuto relazionale, qualità essenziale per qualsiasi modello sociale ed economico resiliente. Il paradigma mediterraneo e gli elementi chiave della dieta mediterranea offrono quindi spunti interessanti secondo cui per sperimentare le varie soluzioni di Agrifood System è necessario partire a livello locale per utilizzare efficacemente le tecnologie che devono essere orientate da principi ben precisi. Le dirette conseguenze sono: il rafforzamento del legame sociale e dello scambio culturale e intergenerazionale; la conservazione del paesaggio identitario; il contributo alla creatività e al benessere fisico ed emozionale; la promozione dell’uguaglianza di genere e il riconoscimento delle diversità.
Tecnologie
Secondo l’autore un ulteriore elemento di svolta può essere l’utilizzo di tecnologie insieme a forme di “intelligenza collettiva”. Così facendo si genera un sistema ibrido, in cui grazie a un atteggiamento cooperativo e una visione critica del digitale e delle tecnologie, queste ultime vengono usate più consciamente. Occorrono ovviamente occasioni per la sperimentazione dei modelli alternativi che emergono, in cui l’intelligenza artificiale è al servizio dell’umanità e non viceversa. I possibili vantaggi che ne derivano sono: la maggiore condivisione di dati; l’arricchimento che si genera dai valori della dieta mediterranea applicati alle tecnologie; la nascita di hub territoriali che mettono a valore processi di innovazione tecnologica e che creano un rinnovamento della società; l’introduzione di soluzioni generative e non estrattive.
Comunità
Le comunità sono concepite come luoghi e occasioni di intersezione e di scambio di saperi. I territori diventano quindi laboratori in cui le comunità si attivano per ideare soluzioni e strumenti adeguati a un maggiore benessere. La dimensione territoriale gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di connessioni e di ponti tra discipline e visioni diverse, per generare processi collaborativi e assumere uno sguardo plurale e rinnovato. In questo caso le istituzioni più grandi possono ispirare l’auto-organizzazione di quelle locali che sono più piccole. Un esempio è il food hub, che consiste in una piattaforma digitale per portare il cibo dal campo alla tavola e collega i produttori locali con i consumatori locali. Gioca un ruolo fondamentale nella ri-territorializzazione e nella ri-localizzazione dei processi produttivi e di consumo a km 0. Il food hub genera un valore condiviso, valorizza la qualità attraverso l’informazione e la conoscenza ed è l’organizzazione di confine per l’apprendimento e l’innovazione.
Le considerazioni e le analisi fatte in precedenza gettano le basi di quello che Alex Giordano propone come il FoodSystem 5.0.
La lettura di questa pubblicazione conduce a una profonda riflessione, partendo da idee maturate dall’esperienza vissuta in prima persona dall’autore. Alex Giordano destruttura il problema e capitolo dopo capitolo emergono possibili ed eventuali soluzioni – non definitive – per la cura di un sistema che ormai è in profonda crisi. La filosofia di base è che partendo da contesti locali si possono attuare processi di trasformazione concreti rispettando le specificità di ogni realtà e operando in collaborazione con chi le vive.
FoodSystem 5.0 sarà una fonte di ispirazione.
Buona lettura!!
Per acquistare il libro: https://shop.edizioniambiente.it/catalogo/foodsystem-5-0