Da domani tra le vie del centro storico torna l’evento che unisce arte, enogastronomia e cultura. Con la cena itinerante, Scamporella e un programma ricchissimo fatto di persone, storie, incontri e contaminazioni.
Testo di Andrea D’Aloia
Foto cortesia di Distretto A
E siamo alla quindicesima edizione: cambiando pelle un’infinità di volte, evolvendo com’era naturale che fosse, vivendo mille vite. Gestendo difficoltà che solo la volontà inscalfibile di un gruppetto di persone molto testarde ha saputo affrontare, rimettendo un po’ d’ordine nel loro pezzetto di mondo. Senza mai snaturarsi, tirando fuori ogni volta la parte migliore di sé.
Dopo due anni, Faenza riabbraccia il DAWE – Distretto A Weekend – e lo farà con il ritorno alla sua formula originale, quella che nel tempo ne ha definito l’identità e decretato il meritato successo. Tre giorni, a partire da domani, densi di appuntamenti d’arte, enogastronomia e cultura nel nome (a dieci anni dalla scomparsa) di Valter Del Pane, patron dell’Osteria della Ghisa cittadina e “agitatore culturale” di questa terra: il Facciamo una robina” che titola la manifestazione quest’anno era il suo modo per far sapere, a chi di dovere, che nuove idee gli stavano bollendo in testa.
Venerdì 27 l’appuntamento è con la Cena itinerante: verrà coinvolto, come sempre, l’intero centro storico faentino, allestito come una vera e propria galleria d’arte itinerante (curata da Distretto A e Habitat – un progetto di residenze e laboratori collettivi che mira a ridar vita ai borghi italiani e al loro patrimonio culturale). Nel percorso a tappe libere, circondati da installazioni e opere artistiche, saranno quarantasei i “checkpoint” posizionati in case private, cortili, botteghe e laboratori artigiani: accoglieranno 24 ristoranti e pizzerie da tutta la regione (qualche nome: Clandestino, ‘O Fiore mio, Mens Sana, Osteria della Sghisa, San Biagio Vecchio, i ragazzi di Postrivoro, Marè, Locanda di Bagnara, l’Acciuga, e le new entry Osteria Del Povero Diavolo, Agrofficina e Villa Monty Banks), 22 cantine, 5 birrifici, 9 cocktail bar (non perdete i drink di Monica e Tonica, al Baretto del Distretto A).
Nel 2019 parteciparono 15.000 persone, la novità di quest’anno, per poter fruire della cena itinerante e accedere alle consumazioni è l’introduzione di un braccialetto-pass (per regolare l’afflusso negli spazi privati ed evitare assembramenti). L’accesso è dunque libero in tutto il quartiere, aperto a tutti coloro che vogliono passeggiare, godere delle atmosfere e delle situazioni en plein air, ma le consumazioni richiedono il pass (acquistabile sul sito di Distretto A o la sera stessa in quartiere). Due le proposte: il pass “una robina” a 5 euro, o il pass “tante robine” a 10€, comprensivo di bicchiere, taschina e pin dell’evento.
Sabato c’èun programma fitto fitto di laboratori, vestire guidate, talk d’approfondimento, mentre la sera(inizio 20.15)sarà all’insegna dello street food, quest’anno nelle mani di Andrea Cappelletti e del team di Scamporella,che porterà in Via Croce (Rione Nero) il format Talvolta, un menu di quattro portate accompagnate dai vini Torre di Oriolo, e servito in un’unica, grande tavolata (info e prenotazioni (obbligatorie) su www.scamporella.it/prenotazioni/ o al 380.7676634).
Domenica è invece dedicata al relax e al godimento del quartiere al mattino, decomprimere e rimettere in ordine emozioni e pensieri: la colazione di O’Fiore Mio Hub nello studio di architettura Bartoletti Cicognani, il brunch al Quazàr coworking preparato da NOVE100 e servito nella Sala della Lirica, passeggiate in bicicletta per chi vuole muoversi e scoprire percorsi nuovi, laboratori di street art, ceramica, sartoria, fotografia…
Non tutti gli eventi sono uguali. E il DAWE è davvero un momento collettivo, di pensieri che cambiano posto, visioni che spalancano orizzonti profondi, idee nuove che t’esplodono davanti. Gesti gentili, nessun ingranaggio che prevarica sull’altro. Sarà un gran ritorno, potete scommetterci.
Tutte le info e i programmi:
www.distrettoa.it