Testo di Greta Contardo
“L’origine delle materie prime”, che tema delicatissimo e complesso. E quale salone meglio di Cibus – a Parma dal 3 al 6 maggio – la fiera del Made in Italy, poteva essere l’occasione per presentare un’importantissima ricerca che quel tema lo approfondisce a fondo?
Save the date, quindi: domani – giovedì 5 maggio – alle ore 17 nella sala Barilla della Fiera di Parma, verrà presentata l’inedita partnership tra Unione Italiana Food (Associazione Italiana che raccoglie oltre 500 aziende alimentari) e il gruppo di ricercatori di 10 università italiane che hanno ottenuto un finanziamento dal ministero dell’università e della ricerca per un progetto di rilevante interesse nazionale (PRIN). Il gruppo, guidato dal sociologo Fabrizio Fornari, è composto da 45 tra professori e ricercatori universitari in tutta Italia, riuniti su 5 sedi: Bari, Chieti, Bologna, Verona e Pollenzo. Il nome della ricerca, Dell’origine, chiarisce immediatamente come l’obiettivo sia indagare il rapporto tra i cittadini e l’identità, con la relativa autenticità del cibo, In pratica un grande progetto nazionale per capire quanti danni ha già fatto il gastronazionalismo di cui Michele Antonio Fino (professore dell’Università di Scienze Gastronomiche e uno dei 45 ricercatori universitari attivi nella ricerca) ha argomentato i concetti principali nel libro Gastronazionalismo, appunto, che Luca Martinelli ha approfondito su queste pagine qualche mese fa (qui trovate il link all’articolo).
Perché una partnership tra ricerca accademica e Unione Italiana Food? Le aziende alimentari sono chiamate a misurarsi continuamente con l’evoluzione del gusto e dell’attenzione dei consumatori. Quest’ultimi, si stanno via via focalizzando, non sempre in modo univoco è chiaro, a una determinata provenienza. Questo concetto, come ben sanno in molte aziende, può tradursi in una vera e propria distorsione, soprattutto laddove la semplice provenienza geografica non abbia in alcun modo un contenuto qualitativo assodato, e irrazionalmente finisce per attribuirsi la patente di qualità a un paese, piuttosto che un altro, con riferimento in particolare alla provenienza delle materie prime.
Ecco che diventa quindi importante, tanto per la ricerca sociale quanto per le aziende agroalimentari, comprendere quali meccanismi profondi leghino le persone a una origine del cibo e quando questo meccanismo necessiti di una revisione per evitarne i deleteri effetti collaterali, soprattutto nel contesto attuale con una situazione alimentare a livello globale che, la pandemia prima e la guerra adesso, rendono ogni giorno meno stabile e soprattutto meno rassicurante.
Il progetto durerà tre anni e porterà a pubblicazioni e convegni oltre che a occasioni di diffusione e comunicazione, come questa di Parma.
Alla presentazione interverrano, oltre al dottor Luca Ragaglini, vice-direttore di Unione Italiana Food, il professor Fabrizio Fornari, coordinatore nazionale del progetto di ricerca, e i professori Michele Antonio Fino, Responsabile dell’unità di ricerca locale di Pollenzo, e Alberto Grandi, Professore dell’università di Parma e autore del libro Denominazione di origine inventata.
Insomma, l’appuntamento è da non perdere. E non vediamo l’ora di scoprire i risultati della ricerca che, indagando in modo scientifico, ci svelerà il pensiero reale degli italiani dell’origine delle materie prime.