Doppia intervista a Tifenn Yvon e Clémentine Halberstadt
Testo di Cristina Ropa
Foto cortesia
Potrebbero apparire due mondi distanti la ceramica e la coltivazione di ostriche. Oggetti da una parte, molluschi dall’altra. E invece quando l’essenza in comune è quella di rispettare, preservare, amare la natura si abbatte qualsiasi differenza e si rivelano scenari meravigliosi dove tutto è interconnesso. Tifenn Yvon coltivatrice di ostriche e Clémentine Halberstadt, ceramista, sono tra il gruppo dei Resistenti, produttori e produttrici sostenibili che stanno al cuore del progetto di Florent Piard “Les Résistants” di cui vi abbiamo parlato sull’ultimo numero di Cook_inc. Sono entrambe donne di straordinario talento la cui manualità creativa diviene forma meditativa, che plasma liberamente per donare gioia e vita.
Quando e come vi siete appassionate al vostro lavoro?
Tiffen: Mio marito alleva da sempre ostriche, ha ereditato questa tradizione dai suoi genitori e dai nonni nel 1988. Per quanto mi riguarda ho iniziato insieme a lui nel 2012, una seconda vita per me che di ostricoltura non ne sapevo nulla. Sono rimasta affascinata dal dialogo che necessariamente deve avvenire tra la natura e l’essere umano per riuscire a lavorare con questo animale. Si tratta di osservarlo, adattarsi a esso e questo tocca anche la sfera emotiva. È un lavoro che mi mette in una posizione umile di fronte agli elementi naturali che non controlliamo.
Clementine: Fin da piccola ho sempre voluto toccare tutto, mettere le mani nella terra, nella sabbia o nell’argilla. Sono andato alla scuola Duperré a Parigi per laurearmi in ceramica dieci anni fa.
In che modo la vostra filiera è sostenibile e come vi distinguete dagli altri produttori che realizzano i vostri stessi prodotti?
Tiffen: Quello che ci guida è il buon senso e non il profitto. Non sprechiamo, lavoriamo in modo estensivo e ci distinguiamo dagli altri allevatori di ostriche per la nostra etica che riguarda vari aspetti: non abbiamo ostriche provenienti da incubatoi; una parte delle nostre ostriche proviene dalla pesca da riva, l’altra è pescata naturalmente; rispettiamo la biodiversità e mettiamo nei letti tre o quattro volte meno ostriche rispetto ai nostri colleghi. Potremmo produrre molto, molto di più ma non è questo ciò che ci interessa.
Clementine: Sto cercando di usare argilla francese oppure proveniente dai paesi confinanti. A volte la cerco in natura, tuttavia, occorre molto lavoro per raccoglierla, smistarla, lavarla e provarla nel forno prima di usarla per realizzare un oggetto. I risultati non sono mai gli stessi ma sempre soddisfacenti. Per essere sostenibile inoltre sto cercando di riutilizzare al massimo gli imballaggi per inviare i miei ordini e lavoro con ristoranti che conosco o che sono vicini al mio studio per promuovere il territorio.
Cosa ti appassiona di più del tuo lavoro?
Tiffen: Girare le tasche che contengono le ostriche. È un gesto che può essere duro – poiché a volte sono pesanti e i tavoli sono bassi – e ripetitivo, ma è un gesto che ai miei occhi ha due virtù: da un lato mi permette di mettere le ostriche nelle migliori condizioni per crescere perché evita che la vegetazione si sviluppi e che intasi le maglie e dall’altro mi pone in una forma di meditazione. Sono a contatto con tutti gli elementi della natura soprattutto d’estate: il sole scalda la pelle, il vento scuote i capelli portando tanti profumi, il silenzio è rotto solo dai versi degli uccelli. È trascendentale e nutriente.
Clementine: Quello che amo di più è la libertà di fare le cose a modo mio, di creare ciò che voglio. E, in studio, la parte del lavoro che più mi piace è la modellatura, il contatto con l’argilla. Lavoro al tornio da vasaio e sembra una magia quando a un certo punto della lavorazione appare la forma di una ciotola o di un piatto.
Clementine, da dove trai ispirazione per le tue creazioni e in particolar modo per la linea che hai creato per Les Résistants?
L’ispirazione viene dalla natura. Fiori, uccelli, onde, i colori della sabbia. Vivo a Granville nella baia di Mont-Saint-Michele – un paesino in riva al mare in Normandia – il tempo cambia più volte al giorno e i colori della campagna e del mare non sono mai uguali. L’ispirazione è continua. Inoltre, quando ero bambina, mia nonna aveva delle stoviglie popolari, tipiche degli anni 60, con sopra dei fiori grandi. Mi piace ispirarmi anche a quelle. Per i ristoranti del progetto Les Résistants mi hanno chiesto di immaginare dei piatti con decorazioni floreali per rimanere nello stesso spirito. Ho pensato subito all’ortensia che è un fiore locale della mia regione e in ogni piatto vi ho dipinto un petalo.
E tu Tiffen per sensibilizzare qualcuno che ancora non sceglie cibi sostenibili cosa diresti?
Prima gli chiederei perché non lo fa. Se si tratta di una ragione economica, gli direi di mangiare diversamente, cambiando la provenienza dei suoi prodotti e riducendo la carne. Oppure gli chiederei se conosce l’influenza della sua dieta sulla sua salute. Se dice che non gli importa, gli parlerei dei suoi figli. Se non fosse neanche questo, gli parlerei finalmente del Pianeta e di quanto impatti il cibo industriale. Se nulla di tutto questo contasse lo inviterei a mangiare da Les Résistants. O forse dovrei iniziare da quello!