Testo di Eugenio Signoroni
Foto di Margherita Borsano
Ironia: la dissimulazione del proprio pensiero (e la corrispondente figura retorica) con parole che significano il contrario di ciò che si vuol dire, con tono tuttavia che lascia intendere il vero sentimento.
Da Dizionario Treccani
Delle tante caratteristiche di Bob Noto, l’ironia, spesso pungente, era una delle più evidenti. Dietro alle battute taglienti che infilava una dopo l’altra si celavano complimenti, piccole critiche, profonde riflessioni sulla strada che la cucina, italiana e non, stava imboccando, gesti d’affetto. Era quindi naturale che, dopo l’irriverenza dell’edizione 2021, a guidare la giuria del premio Bob Noto (presieduta da Antonella Fassio e composta da Marco Bolasco, Paolo Griffa, Sara Peirone, Davide Scabin, Ferran Adrià, Luca Iaccarino, Stefano Cavallito e Matteo Baronetto) fosse l’ironia. Un atteggiamento che scarseggia nel mondo della gastronomia e che, invece, ha sempre caratterizzato il lavoro di Raffaele e Massimiliano Alajmo che, come ha ricordato Marco Bolasco motivando il premio, “hanno sempre fatto cose serissime senza mai prendersi troppo sul serio”.
È stato Massimiliano a ricevere la statuetta che raffigura Bob – in un elegantissimo completo blu con una fetta di prosciutto a mo’ di pochette – dalle mani di Antonella Fassio e di Andoni Luis Aduriz (premiato lo scorso anno). E lo stesso Massimiliano ha ricordato una scena che è perfetta per capire dove potesse spingersi l’ironia di Bob: “quando ristrutturammo il nostro ristorante, tra il 2009 e il 2010, scegliemmo di abbandonare le tovaglie: non volevamo coprire i nostri nuovi tavoli, fabbricati impiegando il fusto di un solo albero di oltre 120 anni di età. Fu una scelta piuttosto forte per l’epoca, tanto più per un locale come il nostro. Ecco… la sera dell’inaugurazione io ero in cucina e a un certo punto vedo dai vetri che affacciano sull’esterno la sagoma di Bob. Era elegantissimo, in giacca e cravatta… ma senza camicia. Era il suo modo di omaggiare la nostra scelta: se noi eravamo eleganti senza tovaglia lui poteva esserlo senza camicia. Fece così tutta la cena, impassibile”.
Il premio intitolato a Bob non è solo l’occasione di omaggiare la sua figura e il suo impareggiabile contributo nel far evolvere la cucina occidentale contemporanea che, come ha ricordato Ferran Adrià, se si è emancipata dall’egemonia francese diventando un fatto mondiale lo deve principalmente a lui. Ma è anche il pretesto per ragionare, seppur in modo minimo, sulle vicende gastronomiche degli ultimi cinquant’anni. Sempre Adrià, per esempio, ha ricordato come gli inizi del suo percorso di cuoco immaginare un approccio ironico fosse impensabile, mentre Aduriz ha evidenziato il tratto fanciullesco e creativo di questa caratteristica, oltre a lamentarsi, con sarcasmo, di non aver ricevuto il premio in questa edizione.
E se il cuore di questo primo appuntamento ufficiale era il disvelamento del premio – durante la quale è stato anche presentato il denso programma di cene evento e a quattro mani, colazioni, degustazioni, serate in piola… di Buonissima 2022 (trovate tutto qui) – due sono stati i momenti che lo hanno reso intenso ed emozionante: la proiezione del teaser di un documentario di prossima uscita che descriverà la creatività di Bob. E il coinvolgente racconto di Enrico Ceva, suo amico e attore, che oltre a narrare le loro scorribande giovanili e a svelare i retroscena del mitico video musicale Dottor Edison “che avrebbe dovuto partecipare al Festivalbar facendo di Bob, che rifiutò, un nuovo Righeira”, ne ha ricordato la straordinaria generosità e la profonda sensibilità che si manifestavano, per esempio, nel suggerire la lettura di un romanzo in una precisa traduzione o l’ascolto di un brano in una particolare esecuzione. “Sapete quando si fa il gioco per il quale si prova ad abbinare a una persona un animale, un fiore o una musica? Ecco se Bob fosse stato un brano sarebbe l’Adagietto di Mahler, ma non in una versione qualunque. No… in quella di Rafael Kubelik, la migliore a suo modo di vedere. Quella che più di altre poteva evidenziarne il carattere lieve”.