Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Nataly Montanari
Un nuovo evento dedicato al mondo del vino? Sì, ma con un taglio diverso e capace di raccogliere il meglio della regione Toscana in bottiglia e allo stesso tempo di gettare uno sguardo su altri settori che in qualche modo creano dei link stimolanti con le eccellenze del Chianti e di Montalcino, ad esempio quelli della moda, della green economy, del design e dell’arte.
È un po’ questo il significato della prima edizione di Be.Come, la due giorni, che non a caso ha come sottotitolo More Than Wine Experience, tenutasi il 27 e il 28 novembre nelle sale del Complesso Museale Santa Maria della Scala a Siena. Perché se è vero che tra i banchi di assaggio e di incontro con i produttori si sono mosse alcune delle cantine più rappresentative del territorio (Dievole, Il Marroneto, Argiano, Sette Ponti, San Felice, Frescobaldi, Antinori, Ruffino e molte altre), i contenuti hanno rivelato un carattere piuttosto trasversale.
Innanzitutto, grazie ai cinque panel in grado di animare le diverse discussioni impreziosite da ospiti di tutto riguardo e che sono passati dalla celebrazione dell’eccellenza di ospitalità toscana (c’erano il cuoco Filippo Saporito e il presidente di Relais&Chateaux Italia Danilo Guerrini) al più classico degli argomenti attuali, la sostenibilità, con l’esperta di bike tourism Silvia Livoni, fino all’aspetto social rappresentato dalla generazione Z e dai ragazzi dell’Istituto Marangoni di Firenze, dove si è parlato delle relazioni tra lusso, cultura del territorio, vino e prodotti di alta gamma visti con gli occhi del futuro.
Chiaramente, le masterclass e gli appuntamenti tematici con degustazione hanno raccolto le adesioni più entusiastiche e hanno permesso di entrare in profondità sul valore della produzione vinicola toscana. Vedi le “lezioni” che hanno coinvolto tre illustri Masters Of Wine – l’italiano Gabriele Gorelli, l’australiano Justin Knock e il belga Christophe Heynen – impegnati a raccontare le single vineyards delle varie denominazioni. Oppure le curiosità delle eccellenze toscane ricordando, ad esempio, come tra le varie diciture in etichetta che passano dalla Gran Riserva alle Selezioni, le quali poi si aggiungono proprio alle denominazioni e alle singole parcel con nomi storici, spesso sia complicato, soprattutto per la clientela straniera, capire con chiarezza le peculiarità del vino locale.
E poi, c’è stato l’illuminante incontro con il caffè della Factory 1895, il nuovo progetto firmato Lavazza per una collezione di specialty coffee alla ricerca dei migliori prodotti raccolti in giro per il mondo, dallo Yemen al Myanmar. Garantendo sempre un approccio di sostenibilità nel processo produttivo unito a uno spirito artigianale, e con una selezione che permette di apprezzare al meglio, anche se l’aiuto di un Coffelier esperto aiuta non poco, il metodo di tostatura, le tecniche di estrazione, le origini e perfino la destinazione migliore, per chi preferisce l’espresso, la moka, il chemex o anche il cappuccino.
A rendere poi più dolce l’incontro con il caffè, stuzzicando la curiosità attraverso deliziosi abbinamenti, ci ha pensato un mito della pasticceria italiana come Gino Fabbri che, dalla sua Bologna ha attraversato l’Appennino per arrivare in quel di Siena carico di bignè, veneziane e monoporzioni da leccarsi i baffi. In definitiva Be.Come ha detto di essere un evento ambizioso, che già dalla sua prima edizione getta le basi per diventare in un futuro a breve uno dei momenti più interessanti e stimolanti del territorio enologico toscano. Ancor più perché ha scelto come suo luogo il centro di Siena, rimanendo così più vicino ai produttori e “riaffermando la centralità della città nel mondo del vino italiano” come ha detto orgogliosamente il sindaco Luigi De Mossi.