Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia del Ristorante Feitoria
Ospitato all’interno dell’Altis Belem, un cinque stelle che si affaccia sulle rive del Tejo a Lisbona, il Feitoria è ormai da diverse stagioni uno dei ristoranti di maggior prestigio della capitale portoghese. Uno stellato che ha saputo distinguersi con la cucina di Joao Rodrigues negli stretti rapporti con i produttori locali, nella ricerca continua della migliore materia prima e nella valorizzazione di quelle tipicità un po’ nascoste tra le pieghe di una cucina che agli occhi dell’ospite internazionale, fino a pochi lustri addietro, viveva sul mito del baccalà e di poche altre ricette lusitane. Insomma, uno di quei ristoranti che, pur all’interno di un albergo, ha saputo forse prima degli altri cogliere il mood contemporaneo di recupero di valori genuini, unito a una solidità espressiva resa ancor più pressante dagli effetti della pandemia.
L’epopea di Joao Rodrigues si è interrotta un anno fa circa, con l’idea di altri progetti e di una ripartenza figlia della necessità di avere nuovi stimoli, ma non si è rotto l’incantesimo di una cucina, quella del Feitoria, che prosegue sull’onda dell’entusiasmo del sous chef André Cruz, prima braccio destro di Joao e oggi executive chef che ha portato il suo stile e molte nuove idee al ristorante.
André, trentaquattrenne che ha dalla sua un background locale (il ristorante Virgula di Bertilio Gomes e il Bica do Sapato, ormai chiuso) – ma anche qualche tappa internazionale di rilievo con un po’ di Sud America tra Gustu e Boragò – nel 2015 ha messo i piedi nella cucina del Feitoria e da lì non si è più mosso, sposando in pieno la filosofia di Rodrigues legata alla sostenibilità e ai prodotti di prossimità, e spendendo il suo tempo libero (nel tempo libero è anche apicoltore amatoriale) nella natura o nell’orto di famiglia.
Non c’è dunque da stupirsi se uno dei gesti che incontrerete una volta seduti al tavolo del ristorante sarà oggi quello di venire accolti dallo stesso cuoco con una presentazione visivamente allettante di quanto finirà in pochi minuti nel vostro piatto, dalla verdura alla frutta, dalla carne al pesce ancora vivo. I menu oggi sono due, si chiamano Semente e prevedono 6 o 8 portate, ma di entrambi esistono anche le versioni per vegetariani. La logica di questi primi percorsi degustazioni, nell’idea del cuoco che si è insediato nel giugno scorso come responsabile della cucina, è quella di una transizione soft, che privilegia la stagionalità, l’utilizzo di prodotti organici e un bilanciamento tra proteine animali e vegetali. Con il Portogallo in prima linea, certo, ma anche un ventaglio di sapori che giocano la carta della misura, senza strafare, senza voler, almeno per ora, eccedere nei contrasti, nelle acidità.
La dolcezza e l’equilibrio sembrano essere la cartina tornasole scelta per introdurre a un viaggio di conoscenza senza troppi stravolgimenti o elucubrazioni intellettuali. Il gusto e il piacere della tavola rimangono scelte essenziali che si fanno strada con forza nel Gambero con riso e funghi, nel Baccalà con patate e tartufo e nella delicatezza della Ricciola e del Tonno che, accompagnati da piselli e caviale, aprono le danze della cena dopo gli snack divisi tra terra e mare.
Un’esperienza convincente in un ambiente ovattato e discreto, che rivela le potenzialità di un cuoco giovane e talentuoso, capace di mantenere, meritatamente, la stella a pochi mesi dal suo arrivo e ora è pronto per un salto di qualità dopo il giusto assestamento di questo periodo. In attesa, come quasi tutti in Portogallo, del prossimo anno, quando la guida rossa si presenterà a Lisbona orfana della Spagna e, di conseguenza, con le potenzialità giuste per valorizzare il proprio fine dining e non solo.
Ristorante Feitoria c/o Altis Belem Hotel
Doca do Bom Sucesso
1400-038 Lisbona
Tel: +351 210400208
www.restaurantefeitoria.com