Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Eleit
Un’idea nata a tavola: perché non parlare di come gli oggetti creano relazioni? È nata così Prendete e Mangiate, mostra collettiva a cura di Sara Bologna dedicata al tablewear e alla tavola come luogo di scambio e di condivisione, di costruzione dei sensi e delle identità, di negoziazione tra noi e gli altri. Un’esposizione allestita nell’ambito delle cosiddette 5 vie milanesi, in pieno centro storico, che ormai è uno dei distretti creativi più noti della città, e che quest’anno ha scelto come suo tema Design for Good, invitando quindi a guardare al design come strumento per creare e coltivare connessioni umane profonde, nell’ottica di una sostenibilità radicata nella reciproca cura.
La giovane curatrice ha scelto una trentina di creativi per riflettere su come aspetti materiali possano generare elementi spirituali: la tavola affratella, riconcilia e sana le divergenze e gli oggetti possono essere pensati tanto per stimolare le relazioni quanto le riflessioni, per nutrire insomma il corpo, ma anche la mente.
Lo dimostrano le creazioni esposte, tra cui oggetti folgoranti, come Pasta Persa, un progetto del canadese Chris Fusaro che è risultato da una serie di sperimentazioni volte a trasformare la pasta in metallo e a elevare elementi umili e quotidiani, come appunto alcuni formati di pasta (ditalini e chiocciole, per esempio) rendendoli opere d’arte.
In più sono esposti tre innovativi supporti frutto di una collaborazione tra un designer e uno chef. Si tratta della collezione Riti di Eleit, la cui mission – sottolinea la fondatrice di Eleit, Titti Gallucci – è “esaltare il patrimonio culturale italiano attraverso nuovi oggetti di design per la tavola”: una linea di porcellane Limoges che ha assommato la creatività di 400GON, giovani designer vincitori nel 2018 del Materia Design Festival di Catanzaro e quella dello chef Lino Scarallo, chef del ristorante stellato napoletano Palazzo Petrucci.
Dall’incontro tra i due tipi di talenti sono nati tre originali “oggetti da degustazione” capaci di reinventare esperienze legate alla cucina napoletana di strada, divenendo supporti eleganti per collocare in un contesto di fine dining gesti “popolari” come la scarpetta, il mangiare con le mani o lo sgonfiare la pizza fritta. La tavola è infatti capace di mescolare anche alto e basso, di favorire incontri tra personalità eterogenee, di trovare comunanze tra lingue diverse. E per chi volesse sperimentare il suo potere, fino a sabato Prendete e Mangiate ha in programma tre appuntamenti: due workshop sul pane con Francesco Capece, co-fondatore di Confine Milano, con la critica Manuela Gandini e con Giada Bellegotti, editor de La Cucina Italiana, e una performance collettiva, in cui il pubblico è invitato a portare una poesia. Perché questo Salone vuole insegnare che la bellezza ha un altro gusto se viene condivisa.
presso SIAM, Via Santa Marta, 18
dal 17 al 23 aprile
info: Prendete e Mangiate