Testo di Tania Mauri
Foto cortesia di The Queen of Taste
Un week end di gusto sulle Dolomiti dove la montagna della Calabria è stata tra i protagonisti della kermesse 2023.
La chiamano la perla delle Dolomiti perché Cortina D’Ampezzo è la regina indiscussa di queste montagne. Circondata da alte vette rese preziose dai colori rosati delle rocce – non a caso sono patrimonio Unesco dal 2009 – Cortina è una delle località di montagna più famose al mondo per la sua infinita bellezza paesaggistica.
Se da sempre è meta d’eccellenza per chi ama la montagna e lo sport invernale, in estate offre molteplici opportunità di relax, sport, divertimento e occasioni per assaggiare, e apprezzare, la buona cucina di montagna. Anche quest’anno a Cortina è andata in scena, il secondo week end di settembre, la settima edizione The Queen of Taste 2023, il festival del gusto dedicato alla ristorazione e ai sapori di montagna. Una due giorni che ha coinvolto la cittadina e il mondo della ristorazione, che qui non manca, tra tradizione e innovazione.
Si è cominciato il sabato sera con la StrEat Chef, cena itinerante in 5 tappe e 14 protagonisti della ristorazione montana, che ha visto altrettante proposte culinarie che in un solo piatto hanno racchiuso qualità, maestria, estro e territorio. Attraverso alcune navette che partivano a orari diversi, gli ospiti sono stati portati in cinque location (Baita Fraina, Villa Oretta, Al Camin, Lago Scin, Pasticceria Alverà) dove lo chef resident insieme a quelli coinvolti hanno preparato alcuni loro cavalli di battaglia.
La domenica invece c’è stato loStrEat Lunch, pranzo in centro a Cortina con chef di ristoranti stellati locali e non, che ha visto coinvolti – assieme al padrone di casa Graziano Prest e a Chef Team Cortina – Alfio Ghezzi di Senso*, Theodor Falser di Johannesstube*, Giuseppe Gasperoni dell’Osteria Povero Diavolo* a Poggio Torriana (RN) e dulcis in fundo la pastry chef Giovanna De Vincentis. Un pranzo open air all’insegna dei sapori montani declinati in interpretazioni mai banali che hanno fatto il tutto esaurito.
Tra i due momenti “ludici” c’è stato un interessante convegno al Museo Mario Rimoldi Ciasa De Ra Regoles il cui tema era Il coraggio della differenza. Una serie di talk con interlocutori di prestigio che hanno affrontato tematiche quali “Storie di isolamento”, “La scuola e l’accoglienza” e “L’incontro tra biodiversità montane”. Se è stato evidenziato che la scuola debba sempre più ampliare l’offerta di specializzazione e tornare al fare – come fa la scuola di Alma a Colorno – ed estendere gli orizzonti e costruire una didattica innovativa (citata dall’Istituto Omnicomprensivo Valboite) e se i rappresentanti della Calabria hanno portando un aspetto poco conosciuto della loro terra contraddistinto da montagne, altipiani e bellezze naturalistiche, di contro sono emersi temi molto attuali che influenzano anche la gastronomia, come hanno evidenziato Eleonora Noris Cunaccia – raccoglitrice di erbe selvatiche, nomade e donna di montagna – e Alfio Ghezzi, chef dell’omonimo bistrot Senso* al Mart di Rovereto (TN).
“La ristorazione è il più bel lavoro del mondo e farla qui è un privilegio. La montagna però è faticosa e decidere di vivere tra i monti deve essere una scelta consapevole e coraggiosa, un atto di identità e libertà di fare cose dove gli altri non le vedono. Più che parlare di biodiversità oggi sarebbe meglio parlare di cambiamenti: le botaniche e i larici, il re leone del bosco, si sono spostate di 200 metri in alto in 10 anni e questo comporta un enorme cambiamento per tutti, per le piante, gli animali e anche per noi. La maggior parte delle persone va nel bosco e non si accorge di quello che c’è intorno perché manca la capacità di vedere e conoscere… manca l’emozione e l’umiltà, la voglia di mettersi in gioco e uscire da uno stato di comfort che favorisca un’idea di biodiversità trasversale tale da contestualizzare ogni cosa in un determinato ambiente. Non c’è niente di più intimo e sorprendente che fare una cucina che si basa sulla prossimità, sui paesaggi e sulla relazione, tre tematiche di cui le Dolomiti che ci circondano sono ricche e di cui dobbiamo riappropriarci con rispetto, tatto ed educazione”.