Reportage
la cucina del macellaio
To Beef or Not To Beef: il pensiero di Dario Cecchini
Ciccia, Vino & Rock’n’Roll
Da Cook_inc N. 17
To Beef or Not To Beef: il pensiero di Dario Cecchini
11 minuti

Morte
“Non altrimenti i cuoci a’ lor vassalli
fanno attuffare in mezzo la caldaia
la carne con li uncin, perché non galli”
(Dante Alighieri – Divina Commedia – Inferno, Canto XXI)

Clima austero e paesaggi sospesi nel tempo danno il via alla nostra esperienza nel florido terroir del Chianti, mentre emulando un viaggio di spirito dantesco ci inoltriamo nella parte bassa della piccola Panzano. Come un monito inciso su pietra, scorgiamo l’ode alla morte e alla rinascita della bistecca impressa all’ingresso della porta da varcare. Ulteriore conferma che il mood intrapreso è quello giusto per immergersi nella bottega del poeta-macellaio Dario Cecchini, erede purosangue di una storica butcher’s family since ‘700. Il labile confine tra vita e morte risuona possente in testa, mentre una mannaia brandita con forza va a intaccare il cadavere glorioso della ciccia sul banco, al ritmo ipnotico di Hells Bells degli AC/DC.

Sguardo da diavolaccio, voce tuonante e fisico imponente, presentano la figura istrionica di Cecchini, mentre accoglie noi e un’orda di clienti (tra aficionados di Panzano e una comitiva di frizzanti produttori di vino Bordolesi), offrendo vino rosso, finocchiona toscana e assuefacente lardo spalmabile battezzato Burro del Chianti. Il primo aspetto che si impone evidente infatti, entrando in contatto con la personalità di Dario, è il suo valore sociale applicato alla comunità di Panzano, capace di veicolare il suo lavoro in formato etico e culturale.

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