“Un vuoto pieno” è quello che avverte Chiara Battistini quando dalla dinamicità del fare esterno inizia a dare priorità alla quiete dell’ascolto interiore. A quasi dieci anni dall’avvio di Casa Vallona – il suo incantevole agriturismo a Monte San Pietro in provincia di Bologna sorto dal recupero di una casa colonica di famiglia risalente al Medioevo – un nuovo punto di osservazione era forse inevitabile, per chi come lei è amante della contemplazione, della bellezza, della poesia e della natura. E anche necessario per valorizzare quegli aspetti intrinsechi del carattere di Chiara, la cui anima sensibile e al contempo forte si riflette in ogni dettaglio materiale.
Dalle tonalità color pastello del casolare in armonia con il giardino circostante, alla staccionata in legno evocatrice di illustrazioni fiabesche, alle piantine grasse a fianco di suggerimenti su come impattare il meno possibile sulla natura, le persone che vanno e vengono per portare cassette piene di verdure fresche stagionali o altri beni primari per la cucina, la cagnolona India all’ingresso, il suo team tutto al femminile, mamma compresa, che si destreggiano tra check in di nuovi ospiti e preparazione del menu. Sì, quel vuoto è davvero pieno. Racconta:
“Nel silenzio della meditazione non c’era il nulla. C’erano tantissime cose, prima fra tutte il desiderio di connettermi ancora di più con gli altri”.


“Ho avviato questo progetto da sola, con il grande sostegno soprattutto della mia famiglia ed è stato meraviglioso valorizzare questa eredità, impegnarmi per farla rifiorire. A oggi c’è un trionfo di natura, un nuovo meraviglioso ecosistema. Ci sono prugnoli, ginestre, noccioli, allori, filari di lavanda, ruta, rosmarino, timo, origano, santoreggia e quando arriva la primavera è un tripudio di bombi, maggiolini e farfalle… Intorno a questo spettacolo si sviluppano le attività principali divise in tre macro aree: una produzione agricola multifunzionale, che non utilizza pesticidi chimici ispirata al modello agricolo dei miei avi, per produrre le cose utili alla vita quotidiana come la coltivazione di cereali, la frutta, l’orto, la vigna cercando di imparare più cose possibili su tutto quello che poteva ruotare intorno alle necessità di una casa. Produco vini naturali e ancestrali, birra di frumento, farina e pasta secca di grano antico, biscotti e altri prodotti da forno per l’agriturismo, miele, verdura e frutta, confetture e composte di vecchie varietà dimenticate. Poi ci sono il b&b e l’agriturismo in pietra e mattoni a vista, cantine ferme nel tempo, forni a legna, pozzi in pietra rossa, torrette, fienili e stalle. Un rifugio con vedute mozzafiato su boschi, vigne e colline a perdita d’occhio dove riscoprire il piacere di un ritmo quotidiano più lento. E poi l’ambito culturale. Eventi musicali, gastronomici, ed ora sempre più legati al benessere delle persone, in primis delle donne. Stiamo realizzando ritiri di yoga e meditazione coinvolgendo professionisti del settore olistico per poterci connettere alla natura, stare nel momento presente e ascoltare cos’ha da dirci”.


E poi c’è la cucina. “Riscoprendo la lentezza e la gioia di stare nel poco anche l’energia della preparazione del cibo, così come i piatti stessi, è più sana e pulita. Cerchiamo di non correre o affannarci ma cucinare con gioia per trasferire tutto questo nei piatti e portare qualcosa di davvero nutriente. Spesso mettiamo la musica, balliamo, cantiamo. Lo staff è tutto al femminile e composto da diverse generazioni. Uno scambio di saperi e pensieri davvero arricchente”.
Quando ti siedi a tavola sotto il gazebo in giardino durante le stagioni più calde, ti rendi conto di vivere un tempo non tempo, una dimensione semplice e calorosa in cui puoi riconoscerti, a prescindere dalla provenienza geografica o culturale, perché ci sono certe memorie sensoriali capaci di farti sentire sempre a casa. Accade anche dentro la stanza con il camino attorniata da oggetti e da giornali risalenti al dopo guerra e inizi a scoprire la storia dell’Appennino e della famiglia di Chiara attraverso l’osservazione di quello che ti circonda, dei suoi racconti e dei piatti proposti realizzati con ingredienti freschi e locali.



“Mi ispiro ai sapori di una volta, ai miei ricordi di bambina e alle tradizioni di famiglia rivisitate in chiave anche contemporanea, in linea con questo cambiamento interiore che sto vivendo quindi con un utilizzo maggiore di verdure per esprimere di più il legame con la terra e di combinazioni ispirate ai miei viaggi e alla filosofia ayurvedica. In questo momento, in estate, mi piace preparare la Parmigiana di zucchine e il mio must: Melone, feta, cocomero e basilico. Senza farci però mancare la classica Tigella e la Crescentina modenese. E poi i dolci della nonna come il Budino di semolino con le mandorle tritate e il cedro candito, come veniva fatto nelle case dei contadini. Sono i piatti della memoria con ingredienti semplici che quando li mangi ti viene in mente la domenica di festa con i tuoi cari, ti donano un senso di felicità profondo dove il tempo era leggero e fuori da tutto. Quando da piccola dovevi solo mangiare, giocare e stare bene, farti coccolare e guardare i cartoni. Un calmante incredibile, una vera gioia sempre presente dentro te”.