Ro Corradin una volta si chiamava Roberta e faceva la giornalista. Poi si è inventata una nuova vita senza prendersi il disturbo di morire: ha mollato i giornali e si è concessa il lusso di un sogno, un amore e un ristorante. Di successo, ça va sans dire. Gli amanti del gossip da spiaggia trovano tutto affabulato nel suo mémoire Cannoli siciliani. Ora si è inventata un’altra nuova vita con un food project in Sicilia e un ritorno ai periodici. Su Cook_inc declina il tema del numero in poesia; su Cook racconta ogni mese storie di donne pazzesche in cucina. Sta lavorando al suo nuovo sogno: recitare i suoi testi. Su Audible potete ascoltare i suoi romanzi letti da lei.
Strade note, strade ignote
Tanti, tantissimi anni fa, quando la Madonna apparve ripetutamente in Catalogna sotto le spoglie di Ferran Adrià e Carme Ruscalleda, nonché di un’intera generazione di cuochi e cuoche che avrebbero generato proseliti nel mondo, il leit-motiv era: “ingredienti noti, textures ignote”. Si prendeva un ingrediente perfettamente riconoscibile e se ne ribaltava l’espressività lavorando su consistenze nuove. Oggi fa sorridere; ma in una terra dove, fino a quel momento, il top erano i cannelloni farciti di foie gras la domenica a pranzo, quell’approccio generò piatti e ricette epocali. La fatidica tortilla scomposta di Ferran Adrià, per dirne una. Ma anche il gelato di peperonata di Carme Ruscalleda. Modi nuovi, curiosi, coraggiosi, di percorrere le rassicuranti strade note. In fondo, questo è la creatività: quel momento di luce che scaturisce dal buio del non sapere, dell’aver perso la rotta, o dell’essersi semplicemente annoiati. E dal bisogno che tutti abbiamo, in cucina e a tavola come nella vita, più ancora che di avere risposte, di pensare nuove domande.
Segui il sentiero (oppure no)
Puoi seguire il sentiero, percorrere
strade note.
I passi che muoveva tuo padre
e prima ancora tuo nonno.
Puoi ripetere lo stesso cammino
ogni giorno, e non osservarlo mai.
Cacciare come ti hanno insegnato.
Coltivare come ti hanno insegnato.
Raccogliere erbe e frutti selvatici
come ti hanno insegnato. Cucinare,
come ti hanno insegnato.
Puoi non chiederti perché si fa così.
Puoi farlo e basta, se il risultato
è buono, se è sufficiente per te.
Oppure, puoi costeggiare lo stesso
sentiero, osservare le strade note.
Seguire le orme del padre, del nonno,
poggiare i tuoi passi accanto, non sopra.
Puoi dare ogni giorno un sapore nuovo
al tuo cammino.
Cogliere una bacca maturata
nottetempo.
Scoprire una strada asfaltata dove
c’era una via sterrata. Costeggiare
un campo arato. Ieri concimato,
oggi seminato, poi germoglierà.
Sorprenderti del grano che si miete.
Puoi farti domande. E allora il tuo orto,
la selvaggina, le erbe e la frutta,
saranno davvero tuoi. La ricetta
sarà sempre la stessa, oppure un’altra,
non ha importanza.
Sarà la tua ricetta, che risponde
alle domande che tenacemente
ogni giorno ti poni.