Sven Elverfeld

2,00

Cook_inc. 17

WOLKS-ELVERFELD 

  • Testo di Andrea Petrini
  • Foto di Richard Haughton

La prima cosa che si nota appena usciti dalla stazione è l’insegna dai caratteri cubitali del CineMax. Ma c’è la pioggia, c’è la nebbia, c’è la lunga fila dei taxi e i poveri orbi faticano a decifrare il titolo dei film in prima nazionale tedesca. Più inquietante: Sven Elverfeld non c’è. Aveva detto: “O vengo a prendervi io o mando qualcuno. Dalla finestra della cucina vedo i binari, i treni che arrivano. Ditemi che diretto prendete e mi occupo del resto”. A piedi son cinque minuti ma col traffico del venerdì sera, all’ora di punta del desinare già scoccata, i dieci minuti motorizzati son tutti utilizzati. In un italiano dal lieve accento teutonico, il nostro chauffeur privé  ci porge il benvenuto (ma non come su Uber le caramelle e la bottiglietta d’acqua minerale)…

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