Cook_inc. 34 – Marzo 2023

35,00

In questo numero:

  • Apprezzamento vs appropriazione culturale
  • Elevate/ Embrace
  • Locanda del Falco, Borgo di Rivalta (PC)
  • Il gusto della nebbia e Trippa, Milano
  • Nida e Serendepico, Lucca
  • Contrada Bricconi, Val Seriana (BG)
  • Ritu Dalmia, Nuova Delhi e Milano
  • Il Carpaccio, Hotel Royal Monceau, Parigi
  • Diletta Zenna, Pontelongo (PD)
  • Gigas, Seoul (Corea)
  • Tavola rotonda con sei birrai, Piozzo (CN)

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Tra le pagine di Cook_inc. 34 ci sono le storie di chi quotidianamente si apre a nuove culture, lasciandosi ispirare e incuriosire dal diverso, lontano o vicino che sia. L’apprezzamento gastronomico rimane la costante alla base di questa contaminazione, che dà vita a una cucina contemporanea che rispetta le origini.

Nicholas Gill, scrittore americano che risiede in Perù, rompe il ghiaccio con un articolo di fondo che analizza i concetti di apprezzamento e di appropriazione culturale e ne evidenzia la distinzione: a separare i due, infatti, c’è una linea sottile, ma ben definita. È poi Gloria Feurra a fornire un ulteriore punto di vista. Le sue conversazioni newyorkesi con Sasha Marx e Darra Goldstein, professionisti del settore, scardinano la retorica culinaria dell’elevazione per rimpiazzarla con quella dell’accoglienza, che è un abbraccio tra visioni diverse che convergono.

In copertina c’è il mix di contaminazioni della Locanda del Falco nel piacentino: il Tacos è una tortilla di mais corvino, gambero rosso, hoshigaki e aceto di habanero in bisque. Da questo piatto si percepisce il clima elettrizzante del team della Locanda, capitanato da Sabrina Piazza e dallo chef Pietro Carlo Pezzati.

Il trait d’union della storia d’amicizia tra gli chef Lampo Wu e Diego Rossi è la trippa. Piatto iconico per entrambi i locali milanesi, rispettivamente Il Gusto della Nebbia e Trippa, è uno dei punti focali delle identità culinarie, una cinese e l’altra italiana.

Nida e Serendepico, a Lucca, sono la fusione di Italia e Giappone: sono due facce della stessa medaglia ed emblema dell’incontro culinario che porta a sapori originali e apre le porte alla dimensione enogastronomica di Masaki Kuroda e Sabrina Falconi.

Tra i monti bergamaschi, la Val Seriana rivive con Contrada Bricconi. Locus amoenus in cui si sviluppa il progetto che unisce agricoltura, allevamento e ristorazione e che è portato avanti da un’incredibile squadra con Michele Lazzarini al comando della cucina.

Ritu Dalmia è il ponte culturale che collega India e Italia. Abbiamo seguito la chef indiana prima a Nuova Delhi da DIVA e poi a Milano da Cittamani, osservando da vicino il suo carisma e la sua energia nella routine tra catering e ristoranti.

A tenere alta la bandiera della cucina italiana a Parigi ci pensano Alessandra Del Favero e Oliver Piras, complici nella vita e nella cucina de Il Carpaccio dell’Hotel Le Royal Monceau. Due personaggi eclettici, dietro i loro piatti si nasconde un lavoro di traduzione culturale di lungo corso.

Un “nodo” di sfoglia alla volta ci si appassiona velocemente a Diletta Zenna, pasticciera autodidatta del Lazzaro 1915 a Pontelongo (Padova). Tra burro e impasti emergono la sua determinazione e la sua impeccabile professionalità.

In uno dei quartieri più cool di Seoul, Gangnam, c’è lo chef Hawan Jung con il suo Gigas. Coreano con una formazione globale, propone oggi una cucina mediterranea contemporanea, che si basa sulla filosofia del farm to table.

La birra artigianale italiana è un melting pot di influenze e di personalità. Ce lo dimostrano le storie di sei birrifici emblematici della Penisola: Birra Baladin, Birrificio Italiano, Birrificio Altavia, Cantina Errante, Birrificio Vento Forte e Birrificio Perugia.

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